Con il cortometraggio “I love Sarah Jane” (2008) l’americano Spencer Susser fa il suo esordio alla regia, vincendo fin da subito diversi premi ad alcuni festival cinematografici internazionali. In un mondo invaso dagli zombie, protagonista del film è il tredicenne Jimbo perdutamente (e segretamente) innamorato di una ragazza, Sarah Jane. È proprio la ‘purezza’ di questo sentimento che forse differenzia Jimbo da tutti gli altri personaggi della storia: ragazzino poco loquace, quando però cerca di consolare Sarah Jane, seduta su divano ascoltando vacuamente le notizie ‘apocalittiche’ che vanno in onda in tv, non è mai volgare nelle parole e nei modi facendo quasi tenerezza. Più che sugli zombie il regista sembra quindi che si voglia concentrare soprattutto sull’aspetto psicologico dei personaggi. Uno dei messaggi forti del corto è probabilmente quello riguardante il fatto che in un mondo fuori controllo ‘governato dalla violenza’ anche i ragazzi, che dovrebbero essere l’espressione dell’innocenza, diventano cinici e gli stessi co-autori di questa ferocia.
Spencer Susser non si esime poi da fare (chiari?) riferimenti ad altre storie post-apocalittiche, come ci suggerisce il nome della co-protagonista Sarah da rimando alla Sarah O’Connor della celebre saga di “Terminator”.
E da poi applaudire il trucco utilizzato per lo zombie del corto che risulta essere più che mai ‘vivo’ tanto da farci domandare “è uno zombie vero o finto?”.
Nota finale: con questo corto è probabilmente decollata la carriera dell’attrice Mia Wasikowska che due anni dopo, nel 2010, debutterà nell’atteso film “Alice in Wonderland” di Tim Burton.
Massimiliano Milic
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